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Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Se il simbolo, nell’accezione specifica in cui Jung assume questo termine sconfinatamente polisemico, non rimanda ad alcun significato, ma “trattiene”, per così dire, il significato dentro di sé, come la metafora della “pregnanza” precisamente esprime, non per questo esso si sottrae ad un’attività interpretativa che tenti, sia pure inesauribilmente, di produrre significati adeguati.
Interpretare un simbolo (che, beninteso, sia “vivo” e autenticamente tale) non rappresenta un’operazione di scacco, così costitutivamente destinata al fallimento che possa apparire perversa l’intenzione di chi la mette in atto. Continua a leggere